Da qualche tempo il coking è molto richiesta da parte dei
responsabili aziendali della formazione.
Io ho qualche dubbio sul tema in sé, che richiede un’attrezzatura
particolarmente complessa, attenzione alla sicurezza, e soprattutto –sempre secondo me-
un basso livello di reale interazione.
Mi si dice “organizzare un menù in cui ciascuno deve creare-produrre un piatto
in funzione degli ingredienti a
disposizione è molto vicino a quanto
accade in azienda”.
Vero, per certi versi, ma io resto dell’idea che il piatto
in sé - a differenza di un prodotto da vendere- è un elemento molto individuale, e
il menù che collega tanti piatti non richiede più di tanto sforzo per essere
concordato: se tu vuoi fare la pasta alla norma e io la fiorentina non ci vedo
alti livelli di conflittualità, salvo che per entrambi non risulti a
disposizione in solo cucchiaio di olio, e allora uno dei due semplicemente non
può arrivare al suo obiettivo…
Certo se ci si aggiunge che si deve fare anche la spesa entro
un certo budget, e magari anche acquistare i materiali (pentole e piatti)
allora la connessione sull’obiettivo finale formativo cresce, ma anche il budget reale
della sessione formativa.
Senza considerare che i fuochi devono essere di un certo tipo che garantisca sicurezza, non
ingerenza dell’ASL locale, ecceta
eccetera.
Dico ciò, d’altra parte, consapevole del fatto che io personalmente
adoro fare da mangiare, ma in cucina non voglio fra i piedi nessuno, e quindi
non la considero attività di gruppo tout court.
Limiti personali, direte, e avrete ragione, anche se questo
non contraddice il fatto che l’ ambiente metaforico della
cucina abbia senza dubbio il suo fascino (ne ho anche scritto un libretto,
MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN CUCINA PER UN SINGLE DI SECONDO STADIO, che potete
scaricare liberamente da http://singledisecondostadio.blogspot.it/)
e come dimostrano le decine di
trasmissioni TV e libri di ricette pubblicati un po’ ovunque.
In altra ottica quindi ho appena usato con viva e vibrante soddisfazione
il tema cucina, e il come lo vorrei condividere i questa sede.
1)
Un gruppo di polacchi che fa capo a OleksandrNevskiy
e Oleg
Sidorenko per la IGAMES Portal
Games uplay.it
edizioni ha pubblicato lo scorso
anno Tajemnicze
Domostwo (che significa più o meno la casa infestata) il cui obiettivo è di
identificare alcuni elementi chiave di un delitto avvenuto in una casa
infestata da un fantasma per poterlo finalmente liberare dalla stessa.
2)
Io ho giocato (in italiano, ovviamente) a ‘sta
roba durante l’ultimo Mucca games di Santa Marinella, sotto l’illuminata guida
di Domenico di Giorgio, e mi si è accesa subito una lampadina, anzi una
lampadona: è un gioco intelligente, di cooperazione, che mette in moto un sacco
di competenze molto lavorative: comunicazione, ascolto, negoziazione, empatia,
gestione del tempo.
3)
Funziona su alcune tessere oggetto-luogo-persona
che ogni team deve identificare come sue (per poter sciogliere il mistero e liberare
il fantasma) in base a carte illustrate
ma generiche fornite da un master-fantasma assolutamente muto. Il tutto con
discussione aperta fra team, dato che la liberazione dell'ectoplasma deve avvenire entro un tot
di tempo prefissato, pena la sconfitta di tutti.
Che c’entra tutto ciò con la partenza culinaria del
discorso? Spiego subito.
Da portare in aula il tema del soprannaturale potrebbe
essere tosto, e così –ecco il nesso- ho
pensato di reindirizzarne il concetto in ambiente culinario: al posto di catene,
ragnatele e ululati ho messo piatti, cuochi paradossali o divertenti, cucine più o meno
probabili.
Poi carte riprese da altri giochi piene di indizi casuali, ma anche da
tarocchi normalissimi o mazzi da vecchio mercante in fiera. Obiettivo: definire come novelli Bruno Barbieri, Carlo Cracco o Joe Bastianich, a seconda
di chi vi sta più sulle palle dei tre, il master chef della sessione formativa.
Il risultato? Un ottimo mix di divertimento, tensione e
interesse, chiuso come sempre rigorosamente da un bel de briefing su come i team-cuochi
del caso hanno gestito decisioni, scelte e relazioni.
Per chi fosse interessato , il PDF delle carte e del
regolamento sono a ‘esposizione chiedendo il tutto a marco@madonadoni.it,
la mia mail diretta.
E buon appetito!