lunedì 9 dicembre 2013

IL MANAGER E IL CARPENTIERE



The Walrus and The Carpenter è il titolo di un poemetto nonsense scritto da Charles Lutwidge Dodgson -detto Lewis Carroll- e pubblicato nel 1871 in “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”, citato anche nella famosa versione disneyana.

La storia parla di due personaggi (appunto Il Tricheco e il Falegname) che a passeggio sulla spiaggia in una notte di luna col sole splendente, si siedono su uno scoglio e banchettano mangiandosi tutte le ostrichette che hanno convinto ad ascoltare  una strana storia di cappellini di chiffon, di cavoli e di re,  e come il mare da calor se i gatti san volar...
Il valore del nonsense sta nell’apparenza di una storia senza capo né coda che alla fine fornisce invece una indicazione etica e relazionale ben riconoscibile.

Che c’entra tutto ciò con gioco e formazione? C’entra perché cambiando il titolo in Il manager e il Carpentiere otteniamo un bellissimo nonsense formativo esperienziale, che un gruppo di dirigenti di Stef, multinazionale leader nella logistica del freddo, ha vissuto radunandosi per tre giorni a Montagna Verde di Apella, un punto accoglienza del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.

In questo caso l’attribuzione di nonsense andava intesa come qualcosa che apparentemente procedeva contro le mode formative correnti-senso comune, ottenendo invece alla fine un risultato di grande valore didattico.

In un mondo formativo in cui ormai l’importante è farlo strano questo mangement team  l’ha fatto sì strano, ma focalizzando la stranezza in direzione sostenibile, cioè lasciando dietro a sé una traccia di territorio migliorato. Invece di cimentarsi con corde alte, firewalking o cooking si è messo alla prova affrontando il tema della fruibilità di un piccolo bioparco dell’alta Lunigiana, studiandone il target di riferimento (bambini, ipovedenti, stranieri?) con la stessa professionalità che avrebbe usato per progetti aziendali; analizzando i punti di forza e debolezza delle risorse disponibili in persone e strumenti; dandosi un obiettivo comune che passasse attraverso quelli individuali.
E poi procedendo dall’analisi alla progettazione, alla realizzazione di manufatti concreti orientati all’uso migliore del bioparco (cartelli didattici, percorsi agevolati, portali per aumentare la visibilità?), e infine alla definizione di quali e quanti strumenti di miglioramento per quegli attori potessero derivare trasferendo alla realtà quotidiana virtù e vizi osservati in metafora formativa.

Una sfida che avrebbe potuto risultare nonsense non solo per la dirigenza di Stef, ma anche per l’Ente Parco, il quale invece in modo estremamente coraggioso ha da subito sposato questa iniziativa mettendo a disposizione luoghi, permessi, competenze. Una sfida che altri enti simili non avevano ancora avuto la sensibilità o la lungimiranza di affrontare.
Il ricavato per entrambe le due realtà (azienda e parco) è stato uno scambio di competenze, una crescita a doppia via per le persone che vi hanno partecipato (manager e dipendenti-consulenti del Parco) oltre ovviamente che per la ricchezza “espositiva” del Parco stesso. Un’esperienza che ha fatto crescere le persone non solo nell’ambito del momento in cui si sono attivate, ma anche in vista di una connessione futura: questo intervento sarà qualcosa che resterà nella fruizione dei visitatori del luogo, del cui passaggio e delle cui reazioni il Parco si è impegnato a tenere informati i partecipanti a questo evento, adottando inoltre dei cartellini-firma di Stef sui manufatti prodotti. 

Come a dire un team building i cui esiti sono proiettati nel tempo in modo più efficace e durevole, e in modo più giustificato anche agli occhi delle problematiche sociali che circondano tutti noi: abbiamo lavorato in metafora, ci siamo divertiti a giocare ai carpentieri, ma abbiamo lasciato anche un segno che giustifica la spesa formativa due volte, una per la nostra crescita professionale, una per la crescita del territorio in cui vive e lavora la nostra gente.

Il progetto (denominato ECOBUILDING per gli amanti di marchi, format e definizioni) è stato sviluppato in collaborazione fra Ufficio Educazione Ambientale del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, Lee Hecht Harrison|DBM (nella persona di Riccardo Carreri), MAD di Marco Alberto Donadoni e Istituto dei Ciechi di Milano

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