Io whatsup nemmeno lo volevo. Già
in troppi si insinuano nella mia privacy con sms, mail e telefonate.
Anzi, dirò di
più, credevo/speravo
di avere un cellulare troppo vecchio per poterlo installare. E vivevo
tranquillo.
Un giorno scopro invece che no, anche symbian può reggere la
malefica app, e così subdolamente
il fumetto verde entra nel circuito delle mie conoscenze e sono finito.
Oddio, al momento mi controllo e lo controllo ancora, infatti ho
solo 5 conversazioni in corso, ma ormai ci sono dentro.
In compenso, e anche questo avviene quasi per caso, scopro che
si possono usare gli smile, e che per di più
ce ne sono un sacco. Li scopro poco a poco, scendendo quasi casualmente
sotto la schermata iniziale, e vedo che ci sono molte pagine con immaginette
tutte diverse, e a volte anche molto divertenti.
Apperò,
mi dico, ecco dove le mie cugine trovano tutti i disegnini che mi mandano. Ecco
come fanno invece di perdere tempo a scrivere parole lunghe come OK a digitare
molto più funzionalmente
e più velocemente
una manina con pollice alzato.
Tra parentesi: cerco una manina fra tante anche col medio alzato, non
la trovo e mi dico che questa è
una grave lacuna che mi riprometto di fare presente appena posso ai
responsabili dell'applicazione.
Nel frattempo però
mi chiedo anche: non è
che questa è una
nuova forma di comunicazione, che sta prendendo piede mentre io guardo da un'altra parte?
Gli emoticon all'inizio erano nati per simulare la componente non verbale
della comunicazione elettronica, ora mi diventano comunicazione tout court?
Ripassiamo la storia: la comunicazione scritta nasce prima con dei disegni che rappresentano le cose, tipo coccodrillo o acqua, e per metafora evolvono poi cercando anche di
indicare concetti astratti. E li chiamano geroglifici.
Qualche secolo più tardi qualcuno
scopre che è più efficace, anche al fine
di elaborare e rappresentare concetti più
complessi di coccodrillo o acqua, inventare e condividere simboli che
non li rappresentano direttamente, ma che definiscono graficamente il suono che
compone quelle parole così come vengono pronunciate.
Un meccanismo geniale che in breve permette con più o meno 21 simboli di
scrivere tutto quello che si vuole. E li chiamano lettere.E pare una grande evoluzione.
Errore: oggi infatti, al sommo della potenzialità
nella comunicazione di rete globale, ecco che stiamo tornando ai
geroglifici.
Qual è
il senso di tutto ciò?
Boh.
In compenso, mentre mi dibatto fra questi problemi di semantica
applicata, ecco nascere un altro pensiero: ma se usassimo questo meccanismo di
simboli e nonlettere per fare indovinare qualcosa -magari invece di un coccodrillo o dell'acqua il titolo di un film
o di una canzone- ad un gruppo di persone raccolte in un comune gruppo di
indirizzi (gente se possibile disposta a giocare per non rompere le balle a
tutti) cosa succederebbe? Così, per giocare a comunicare in modo diverso e su canali diversi, anche a distanza...
Succede che nascerebbe via whatsup GAMEICON (marchio non ancora registrato ma si sappia che l'ho pensato io), una nuova forma di vecchio gioco
dei mimi (o indomimando, per chi vuole proprio spendere soldi per giocare a
quello che potrebbe fare gratis solo muovendo le mani).
Bella pensata, mi sto attivando e la metto in pratica!
Magari cominciando proprio con il gruppo delle mie
cugine. Così imparano.