martedì 12 giugno 2018

FIUMI DI PAROLE come dicevano i JALISSE



Oggi ho voglia di giocare con le parole, come dicevano Alessandra Drusian and Fabio Ricci.




Etimologia, - L'individuazione o la ricostruzione degli etimi, sostanzialmente stimolata da processi associativi spontanei, sia che venga poi perseguita con rigore scientifico, sia che, al contrario, si appoggi su arbitrarie giustapposizioni di forme o di significati, come in molti esempi medievali ( nobilis = non vilis)
Semantica - La scienza dei significati destinati a essere definiti e cristallizzati da parole significanti quando si tratti di nozioni o azioni.
Tautologia- Nella logica formale classica, proposizione che, volendo definire qualche oggetto o concetto, non faccia altro che ripetere sul predicato quanto è già detto sul soggetto (per es.: civismo è il senso civico).
Fare quindi etimologia del termine etimologia forse è tautologico, e cercarne il significato significante potrebbe voler dire fare semantica della tautologia etimologica.
Cosa c’entra questo sproloquio del cui senso non sono affatto sicuro? Non lo so, però ciò ragione, direbbe Palmiro Cangili (https://www.youtube.com/watch?v=lBN4h9Wi0b8). 

E comunque mi serve per  introdurre, facendo vedere che un po’ di cose le so anche io, un concetto. 

In ambito formativo esperienziale l’uso del termine GIOCO, che per alcuni è un modello anche abbastanza nobile, elaborato da gente come Caillois e Huizinga e Gardner e Pascal e Nash, molto/troppo spesso acquisisce un diminutivo dispregiativo. A cui altrettanto spesso si aggiunge un aggettivo qualificativo (anzi squalificativo). 
Sto parlando del termine GIOCHINI SCEMI.

Quando qualcuno vuole screditare il nostro lavoro di formatore esperienziale dice “quello lì dei giochini scemi”. E il brutto è che tante volte ha ragione, perché c’è un sacco di gente che fa davvero giochini scemi proponendosi come un guru della live mindfulness self empowerment e via inglesizzando, o roba del genere.


Quindi questo post vuole essere un manifesto attaccato alla porta della chiesa del castello di Wittenberg (ma anche delle aule più importanti d’Italia), con 2 tesi invece di 75.

1 – il gioco non è mai scemo, scemo è chi gioca/fa giocare male e senza consapevolezza
2 – il riduttivo in ino serve a sfogare soprattutto le tensioni di chi, avendo capito che in effetti attraverso un gioco fatto con criterio si può migliorare ma si possono anche evidenziare lacune, vuole sottovalutarlo per non essere valutato

E adesso andate a rileggervi le definizioni di inizio post e ditemi cosa ne pensate, e se non c’entravano nulla.

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