domenica 12 agosto 2012

The Village


Nelle mie peregrinazioni estive sul net, mi sono imbattuto in THE VILLAGE - Arte Gioco e Formazione http://www.insidethevillage.org
A tutta prima non sapevo bene cosa fosse, ma sono stato catturato dal titolo e soprattutto, ovviamente, dal fatto che The Village, come dicono loro,  sia anche “un gioco, oltre ad essere uno spazio in cui immagini, parole, suoni, rumori e visioni si combinano per dare vita a un’esplorazione delle proprie risorse.”
The Village –si aggiunge nel sito- “è, soprattutto, la metafora di una comunità sociale in cui ciascuno di noi, con le sue competenze e caratteristiche uniche, può trovare delle occasioni di esplorazione interna…
…Ogni villaggio richiede a chi lo abita alcune abilità che permettono alla persona di poter affrontare, comprendere e agire. Ogni situazione ci chiede di attivare le nostre doti, i nostri talenti, le nostre capacità di far fronte a emozioni, problemi, scelte, imprevisti, stereotipi. Per sapere quali sono le competenze che ci servono, capire cosa dobbiamo saper fare, definire il bilanciamento che ci può servire per rendere un gruppo più efficace, immaginare la caratteristica di una buona squadra di lavoro, The Village ha scelto di seguire la via del gioco.

Fico! Ma che gioco è? Questo è meno chiaro. Come al solito chi sviluppa un format cerca sempre di presentarlo come molto interessante senza dire realmente cos’é.
Loro dicono: “con The Village, esplorando la dimensione simbolica di alcune figure (le Carte) e l’uso di un tabellone con più spazi, le persone possono riflettere e lavorare sulle proprie caratteristiche personali in termini di punti di forza e aree di sviluppo, immaginare visioni di crescita per se stesse e per gli altri, aiutare il gruppo di persone con cui lavorano a raggiungere un miglior equilibrio interno, facilitare processi di sviluppo sociale in contesti molto diversi (una comunità, un team di lavoro, un’organizzazione, un’aula, una squadra sportiva), progettare percorsi di sviluppo delle competenze sociali all’interno di quel gruppo, organizzazione, comunità. E – perché no? – divertendosi nel fare tutto questo!
Beh, meno male….

Ma non finisce qui: citando ancora il loro testo di presentazione “The Village non è solo un gioco, è anche un luogo di sperimentazione artistica che cala la dimensione creativa nella quotidianità delle comunità, un progetto di Social Art che ha lo scopo di esplorare il territorio in cui l’espressione artistica incontra le possibilità dello sviluppo sociale.
Le prime attività in questa direzione hanno portato alla creazione dell’innovativa collezione di Digital Art, ispirata alle figure del villaggio e realizzata dall’artista Francesca D'Anna, che ha anche ideato il concept grafico dell’intero progetto.
L’artista ha preso parte attivamente all’elaborazione di The village e sono nati così i quindici pezzi unici che rappresentano la componente visiva delle Carte
.”
Cioè le carte sono state disegnate da D’Anna. Ok, e il resto dell’arte? Come si combina con la formazione? 

Io non ho capito bene, e anche il video (http://www.youtube.com/watch?v=xgbkDL4JavY&noredirect=1) non mi ha dato molto lumi.
Però la cosa mi pare comunque interessante, anche se mi irritano un po’ nel video le figure “professionalmente molto serie” che introducono e parlano, e la solita frenesia del giocare per terra (che è scomodo!), ma questi sono miei vecchi limiti che non ho più voglia di abbattere.
Perciò vi segnalo questo villaggio: in caso sapeste dirci qualcosa di più, avendolo visitato di persona, ne saremmo tutti un po’ arricchiti.

E anche se invece si trattasse del solito genio che ha inventato un altro mazzo di originali tarocchi per gestire l’autoanalisi come scoperta del sé… andrebbe bene lo stesso, il mondo è grande e c’è spazio per tutti.

(ah, se mi leggesse qualcuno del Village: in una slide mostrata nel video si legge Sarte al posto di Sartre, correggete…)

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