lunedì 13 luglio 2015

È NATO PRIMA L’UOVO O LA GALLINA?*



Malgrado vada dicendo e scrivendo da anni che sono un NON esperto in moltissime cose, compresi i giochi,  alcuni colleghi mi chiamano per via di questa fraintesa NON competenza. Del tipo “un cliente mi ha chiesto una caccia al tesoro formativa. Tu hai già di certo un progetto…” Sottintendendo chiaramente fra l'altro che avendola già fatta,  la progettazione potrebbe avere costo minimale. 

Ora, chiariamo alcuni punti: intanto non esiste La Caccia Al Tesoro, ma infiniti modelli di giochi di gruppo che dipendono da numero di partecipanti (10 o 600?), location (centro romano o spiaggia sarda?), budget (50 o 3000 euro?), durata prevista (30’ o 6 ore?), dotazione dei partecipanti (carta e matita o tablet connessi in rete?), supporti di spostamento (bicicletta o internet?).

Secondo punto, che riguarda maggiormente il tema di questo blog: è l’aspetto formativo che dovrebbe determinare la modalità di prodotto e non viceversa. Quindi, perché proprio una caccia al tesoro?
Se è vero che da ogni gioco (Scopa, Risiko o Scarabeo che sia), così come da ogni esperienza umana, è possibile con un adeguato de briefing estrapolare tantissimi aspetti su cui ragionare per poter migliorare performance e approcci alla vita, è altrettanto chiaro che - approfittiamo anche noi come tanti altri della frase di Alfred Korzybski ( sviluppatore della "General Semantics"), LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO- sarebbe meglio non fare di tutta l’erba un fascio... 
Cioè in ogni gioco in tempi limitati si dovrebbe lavorare solo su alcune delle innumerevoli strutture mentali e comportamentali che lo supportano.  
Anzi, diciamo di più, ogni gioco formativo dovrrebbe essere forzato in modo da evidenziare quelle competenze che vogliamo focalizzare maggiormente, se non vogliamo disperdere l’intervento.
Questo significa che se vogliamo strutturare l’intervento in ottica diciamo di sviluppo di leadership, in cui sottolineare soprattutto  modalità di comunicazione e  presa di rischio, dovremmo calcolare una caccia al tesoro che non metta tutti sullo stesso livello (creazione virtuale di leader e gregari), che abbia da risolvere delle difficoltà di collegamento (radio, telefono, carta e matita) e di distribuzione di ruoli (chi fa cosa e perché), e che preveda la necessità di selezionare correndo il rischio di sbagliare fra diverse opportunità (da dove parto per la mia fascia di competenza, dove finisco, cosa decido di saltare).

Si aggiunga: siccome parole come presa di decisione, delega o comunicazione hanno pure in situazioni e ambienti diversi significati non sempre uguali, il processo corretto dovrebbe vedere  la parte formativa sviluppata prima, con struttura, slide e previsione di de briefing, e poi su questa si dovrebbe/potrebbe costruire il gioco, la caccia al tesoro o la navigazione fluviale che dir si voglia, che ogni volta dovrà avere un suo modello di approccio e sviluppo diverso se si vuole che abbia efficacia.
Il che però contraddice con evidenza il punto da cui siamo partiti: “un cliente mi ha chiesto una caccia al tesoro formativa. Tu hai già sicuramente un progetto…  

 Mi spiace, non ho un progetto, ho solo la capacità di progettare se mi date termini e contenuti corretti.

*è scientificamente dimostrato che nascendo i  Tirannosauri Rex dalle uova, quando le galline non esistevano ancora, sono nate prima le uova.

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