venerdì 7 dicembre 2012

ATTENZIONE! BANDITI A 500 METRI (dalle scuole)


L’importanza della componente di alea (fortuna) in un gioco è stata canonizzata da Roger Caillois. Se non sapete chi era costui avete due possibilità: smettere di leggere questo tipo di blog o farvi finalmente una seria cultura  sul gioco come attività intellettuale leggendo per cominciare il suo masterpiece I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine – Bompiani tascabili, meno di 10 euri. 
Nell’ambito delle metafore ludiche formative questa componente di imprevedibilità (c’è anche chi dice che la sorte non esista ma sia lo pseudonimo di Dio quando non vuole comparire in prima persona) viene usata per mettere a fuoco tutte le casistiche legate a presa di decisione, assunzione di rischio, analisi delle probabilità e via contando. E può essere sfruttata molto efficacemente per aiutare le persone ad analizzare in contesto, ad esempio, di empowerment quanto sono capaci nei suddetti ambiti. 

Io nei miei giochi formativi tendo ad inserirla molto limitatamente, e sempre avvisando, come in alcuni role playing, che una determinata situazione prevede un successo col tot % delle probabilità. Così per esempio se qualcuno dichiara che vuole passare su una passerella apparentemente un po’ fradicia saprà che, lanciando il dado da 6, con 1 o 2 precipiterà di sotto. Di conseguenza potrà decidere se correre il rischio o no, se possibile in base all’aver guardato cosa c’è sotto (coccodrilli? 200 metri di strapiombo? un materasso abbandonato?); se esistono vie alternative per passare comunque oltre; se il rischio vale il risultato (vuole solo vedere se regge? c’è un tesoro dall’altra parte?  vuol farsi bello davanti alla collega compagna di gioco?).
E soprattutto poi in debriefing considerare se e come ha preso in carico questi elementi.

Per quanto ne so questo del warning-prima è un uso che rende l’inserimento del dado un po’ meno ludico di quanto risulti nei veri e canonici giochi di ruolo, ma più orientato all’aspetto formativo della cosa.
L’attenzione a tale rischio consapevole, se proposto in questa chiave, disvelato con le dovute maniere e collimato con le usuali attitudini-tendenze dello stesso comportamento anche nel mondo del lavoro reale, può aiutare di molto il partecipante alla formazione nel prendere consapevolezza dei suoi comportamenti tipici, della loro efficacia lavorativa, e delle possibilità di assumerne diversi in occasioni-obiettivi differenti.

Uso consapevole: proprio l’obiettivo che si pongono le pubblicità di grattaevinci, slot machine e sale giochi quando, dopo aver conclamato quanto è bello e forte e innocente giocare coi banditi a un braccio solo (le slot machine) , aggiungono: gioca consapevolmente….

D’altra parte anche il governo ha da dire la sua in questo senso.
Citando direttamente uno degli ultimi Wired on line, “dopo appena una settimana dalle dichiarazioni del direttore generale dei Monpoli di Stato  Luigi Magistro sul progetto di ripianificazione della distribuzione delle macchine da gioco sul territorio italiano, ecco che il gioco stesso entra direttamente nelle nostre case. Da lunedì scorso, infatti, è in vigore la legge, formulata due anni fa, che implica la messa online di un cospicuo numero (superiore al migliaio) di sistemi per scommettere online, direttamente dal proprio computer, inserendo solamente il proprio codice fiscale e, naturalmente, un numero di  carta di credito.”
Così le slot spostate a più di 500 metri dalle scuole e ospedali (cosa c’entrano gli ospedali poi?) entrano direttamente in casa di qualsiasi studente o malato.
Ma si vede che il Balduzzi avrà fatto anche lui un corso metaforico formativo sulla presa di decisione, e avrà calcolato che le entrate per il fisco valgono il rischio di migliaia di dipendenti (molto spesso molto adulti) rovinati dal gioco on line…

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