L’importanza della componente di alea (fortuna) in un gioco
è stata canonizzata da Roger Caillois. Se non sapete chi era costui avete due
possibilità: smettere di leggere questo tipo di blog o farvi finalmente una
seria cultura sul gioco come attività intellettuale
leggendo per cominciare il suo masterpiece I
giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine – Bompiani tascabili, meno
di 10 euri.
Nell’ambito delle metafore
ludiche formative questa componente di imprevedibilità (c’è anche chi dice che
la sorte non esista ma sia lo pseudonimo di Dio quando non vuole comparire in
prima persona) viene usata per mettere a fuoco tutte le casistiche legate a
presa di decisione, assunzione di rischio, analisi delle probabilità e via
contando. E può essere sfruttata molto efficacemente per aiutare le persone ad
analizzare in contesto, ad esempio, di empowerment quanto sono capaci nei
suddetti ambiti.
Io nei miei giochi formativi tendo ad inserirla molto
limitatamente, e sempre avvisando, come in alcuni role playing, che una determinata
situazione prevede un successo col tot % delle probabilità. Così per esempio se qualcuno dichiara che vuole passare su una passerella apparentemente un po’ fradicia
saprà che, lanciando il dado da 6, con 1 o 2 precipiterà di sotto. Di
conseguenza potrà decidere se correre il rischio o no, se possibile in base all’aver
guardato cosa c’è sotto (coccodrilli? 200 metri di strapiombo? un materasso
abbandonato?); se esistono vie alternative per passare comunque oltre; se il
rischio vale il risultato (vuole solo vedere se regge? c’è un tesoro dall’altra
parte? vuol farsi bello davanti alla
collega compagna di gioco?).
E soprattutto poi in debriefing considerare se e come ha
preso in carico questi elementi.
Per quanto ne so questo del warning-prima è un uso che rende l’inserimento del
dado un po’ meno ludico di quanto risulti nei veri e canonici giochi di ruolo,
ma più orientato all’aspetto formativo della cosa.
L’attenzione a tale rischio consapevole, se proposto in
questa chiave, disvelato con le dovute maniere e collimato con le usuali
attitudini-tendenze dello stesso comportamento anche nel mondo del lavoro reale, può
aiutare di molto il partecipante alla formazione nel prendere consapevolezza
dei suoi comportamenti tipici, della loro efficacia lavorativa, e delle possibilità
di assumerne diversi in occasioni-obiettivi differenti.
Uso consapevole: proprio l’obiettivo che si pongono le
pubblicità di grattaevinci, slot machine e sale giochi quando, dopo aver
conclamato quanto è bello e forte e innocente giocare coi banditi a un braccio solo (le slot machine) , aggiungono: gioca consapevolmente….
D’altra parte anche il governo ha da dire la sua in questo
senso.
Citando direttamente uno degli ultimi Wired
on line, “dopo appena una settimana dalle dichiarazioni del direttore generale
dei Monpoli di Stato Luigi Magistro sul progetto di
ripianificazione della distribuzione delle macchine da gioco sul
territorio italiano, ecco che il gioco stesso entra direttamente nelle nostre
case. Da lunedì scorso, infatti, è in vigore la legge, formulata due
anni fa, che implica la messa online di un cospicuo numero (superiore
al migliaio) di sistemi per scommettere online, direttamente dal proprio
computer, inserendo solamente il proprio codice fiscale e,
naturalmente, un numero di carta di credito.”
Così le slot spostate a più di 500
metri dalle scuole e ospedali (cosa c’entrano gli ospedali poi?) entrano direttamente in casa di qualsiasi studente o malato.
Ma si vede che il Balduzzi avrà fatto anche lui un corso metaforico formativo sulla presa di decisione, e avrà calcolato che le entrate per il fisco valgono il rischio di migliaia di dipendenti (molto spesso molto adulti) rovinati dal gioco on line…
Ma si vede che il Balduzzi avrà fatto anche lui un corso metaforico formativo sulla presa di decisione, e avrà calcolato che le entrate per il fisco valgono il rischio di migliaia di dipendenti (molto spesso molto adulti) rovinati dal gioco on line…
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