lunedì 24 dicembre 2012

Ci siamo, anche quest'anno Natale cade di 25


Ecco: come tutti gli anni si arriva al 25 dicembre e quasi fosse calcolato arriva anche Natale… Anzi, dirò di più, in allegato alla fatidica data si scopre che arrivano anche gli inevitabili  eventi  aziendali, amicali, parentali e via festeggiando. E spesso l’inevitabile tombola.
Amata o odiata, la tombola ci si ripropone fin dal ‘600 (pare che i 90 numeri fossero legati alle scommesse che facevano i genovesi sugli eleggibili nei Serenissimi Collegi - Senato e Camera - della repubblica di San Giorgio). E si presenta con tutti i suoi riti e tutte le sue caratterizzazioni, come sottolineato meravigliosamente in un passaggio dell’ultimo film di Paolo Genovese che vi consiglio di sbirciare in http://trailer-film.35mm.it/una-famiglia-perfetta-2012/una-famiglia-perfetta-le-regole-della-tombola-29900.html.

Essendo quindi la Vigilia, e stante il fatto che scrivo in un blog semiserio/semiprofessionale, mi ha punto vaghezza di esplicitare come la tombola potrebbe essere usata o almeno considerata strumento di formazione esperienziale, anche in occasioni non strettamente christmassiane.
Magari anche si, però tenendo presente che questo gioco ha uno svantaggio e un vantaggio: il primo che è vissuto come roba vecchia, il secondo che non si deve spendere nemmeno un secondo per spiegarlo, dato che tutti sanno come funziona. C’è poi un terzo punto da considerare: è basato praticamente solo e soltanto sulla fortuna. Quindi non ci troverete presa di decisione, visione strategica; neanche l’analisi di rischio-beneficio, data l’impossibilità di lavorare su probabilità accettabili.
Tuttavia c’è uno spazio in cui l’ho usata, e anche molto efficacemente: quello della facilitazione della conoscenza all’interno dei membri del gruppo (sarebbe la fase di forming canonizzata da Bruce Tuckman).
Basta disegnare delle cartelle cieche, cioè senza numeri, come quella che trovate qui accanto allegata (magari meglio farne una decina diverse fra loro), e darne una per squadra, invitando i giocatori (suddivisi per team da fare amalgamare) a scrivere al loro interno i numeri che i membri del team ritengono fortunati per loro.
Risultato garantito: cominceranno a raccontarsi la loro vita, avventure, parentele, cursus scolastico ed honorum per giustificare la scelta. Io ci metto il 27, perché da giovane seguivo sempre la Ferrari (“anch’io, mi ricordo un bellissimo Montecarlo del ’72), io ci metto il 12 data del mio matrimonio (“anche io mi sono sposata a giugno, faceva in caldo…”), io il 30, data della mia separazione (“ma vah, ti sei separata anche tu? ma quanti ne siamo…”) e così via….
Qualche scettico dirà: c’è la probabilità che escano due cartelle uguali… Infinitesimale, quasi come quella di fare un superenalotto.
E poi se anche capitasse qualche ambo uguale, che problema c’è? Tanto è un gioco strutturato per fare conoscere sconosciuti. E il bello è che lo si può fare in quanti si vuole (io l’ho provato su una popolazione di 260 persone…)

PS – se temete che fra i giocatori ci sia qualche assatanato per la vittoria, che potrebbe barare scrivendo i numeri mano a mano che escono, date insieme alla cartella un pennarello di colore improbabile quale il fuxia o l’arancio aragosta, che nessuno si suppone porti a una cena di Natale o aziendale, e ritirateli prima di cominciare a tirare i numeri.

PPS - BUONE FESTE A TUTTI, CON O SENZA TOMBOLE!

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