Il 5 settembre scorso avevo postato un pezzullo sulla moda
della gamification, o meglio ancora sull’uso improprio del definire nuovo
questo prodotto vecchio ma con questa nuova etichetta molto trendy. Per i meno
attenti ripetiamo che questa sedicente nuova tendenza non è altro che il
vecchissimo sistema di raccolta punti (con relativi premi) in funzione di
determinate attività che si vogliono spingere.
Su Wired Italia.it, la newsletter della nota e apprezzata
rivista su innovazione e tendenze, esce ogg i in primo piano l’articolo
titolato “L'esercito israeliano e la
gamification della guerra” ripreso da un pezzo di John Mitchell, che vi potete leggere
direttamente in http://readwrite.com/2012/11/15/unbelievable-the-idf-has-gamified-its-war-blog.
Il titolo è un attimino critico-deviante rispetto al
contenuto del “gioco”, che di fatto esiste già da tempi non sospetti e risulta
un invito a visitare e sostenere, tramite i social network, il blog dell’esercito
israeliano The Israel Defense Forces (IDF; Hebrew: צְבָא הַהֲגָנָה לְיִשְׂרָאֵל )
che pure vi potete vedere in prima persona (in inglese e caratteri europei)
andando a http://www.idfblog.com/
Il gioco-raccolta punti si chiama Idf Rank e permette di
guadagnare gradi virtuali, badge e punti condividendo i contenuti del blog che,
fra molte altre cose, racconta ANCHE l'attuale
operazione a Gaza
Fare punti è semplice: con dieci visite
al sito si diventa “ Consistent”, con varie ricerche all'interno del blog,
invece, si viene promossi al grado di “ Official Research". Fino ad
arrivare dopo molte visite e altrettanti “mi piace” a generale.
In realtà il
meccanismo era stato lanciato oltre quattro mesi fa, con momenti più o
meno presenti nella home page del blog. L’interpretazione di Mitchell fa pensare che l'esercito voglia
portare avanti una vera e propria operazione di gamification di Pillar
of Defence, collegata alla campagna di infromazione/promozione dell'offensiva sui social media, e dall'altro mira a
coinvolgere ancora di più gli utenti del Web nel pubblicizzare le azioni
militari.
Naturalmente messa così (giochiamo con l’operazione Pilastro
della Difesa, mentre muoiono centinaia di persone) l’idea fa inorridire.
Mitchell ha chiesto spiegazioni a @IdfSpokesperson, il portavoce
dell'esercito responsabile della presenza di quest'ultimo sui social media,
che gli ha risposto : “ Il meccanismo di gioco è stato concepito diversi
mesi fa come parte dei nostri sforzi per creare una comunità interattiva e per
incoraggiare l'interazione sociale generata dalla presenza dell'Idf nei diversi
social media. Il blog, lanciato nel 2009, non aveva l'intento di essere un
blog di guerra, ma piuttosto un sito inteso a incoraggiare la trasparenze e
l'informazione. Anche se durante l'operazione Pilastro della
Difesa forniamo ai nostri lettori upadate e informazioni sulle
azioni dell'esercito, in altri momenti sono stati pubblicati contenuti diversi,
dalle attività di routine a storie personali. In nessun modo Idf Rank vuole rendere un gioco l'operazione Pilastro della
Difesa o qualunque altra azione militare”.
Per chi fosse interessato all’aspetto tecnico riportiamo un
pezzetto del testo copiaincollato dal blog stesso:
“That’s the spirit, soldier! Welcome aboard. Now get started and score some badge!
You can earn badges by completing several specific tasks. For instance,
‘like’ 3 different articles in the front page and you’ll get a brand new badge
for that".
Il resto potete vedervelo navigando direttamente e da soli nel blog.
Per chi invece fosse interessato al più italico fenomeno
culturale della gamification e a quello della connessione fra gioco e argomenti
“scottanti” (a me evidentemente abbastanza cari), rinnoverei l’invito a meditare, senza pretese di
suggerimenti o commenti, sul fatto che:
A) il gioco è un potente strumento di comunicazione
e coinvolgimento, e
B) che certe prese di posizione sugli aspetti
metaforici del gioco forse sarebbero più efficaci se portate avanti in concreto
nelle realtà che queste simulazioni riproducono.
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