Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: “Gamification è
l'utilizzo delle meccaniche e dinamiche dei giochi come livelli, punti o premi,
in contesti esterni al gioco per creare più interesse o risolvere problemi. Il
termine Gamification è stato introdotto per la prima volta in pubblico
nel febbraio 2010 da Jesse
Scheel, un famoso Game designer americano, alla "Dice Conference"
di Las Vegas”
Oggi un sacco di gente parla di questo concetto di
Gamification: eh, roba importante, viene da Las Vegas.
Di fatto corrisponde alla raccolta punti, al piano fedeltà
delle linee aeree, al mettere una motivazione ludica per fare vendere o
funzionare meglio qualcosa che di ludico non avrebbe nulla. Come i soldatini di
plastica che trovavo nel detersivo Tide quando ero piccolo (tanti anni fa…) o i
bollini per vincere la mucca Carolina.
Ora io, nei miei 40 anni di game designer career (carriera
di inventore di giochi suona meno fico), sono stato contattato un sacco di
volte per inserire il concetto di gioco come motivazione o incentivo a qualche
attività di business o promozione pubblicitaria. Incredibile, facevo
Gamification e non lo sapevo…!
E non ero neanche da solo a farlo: gare fra team di
telefonisti di un call center, tornei di venditori che raccattano punti-budget
per poi vincere un viaggio e così via, chi di noi che leggiamo in modo un
minimo professionale queste pagine non ha mai sentito parlare di ‘sta roba?
Eppure come mi giro o telefono sento parlare di
Gamification, la vedo in TV, la leggo sui giornali. E allora ho capito: il mio
futuro a livello di consulente e game designer deve essere puntato,
focussizzato, targhettizato verso un solo ed unico obiettivo: diffondere e fare
conoscere l’ H.W.D. l’Hot Water Discovering !
Evvai, che finalmente divento
guru e faccio i soldi!
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