martedì 31 luglio 2012

Meditazioni un po’ borderline di un mattino di fine luglio

 E’  quasi agosto, non ho molto da fare e navigo in internet non potendo (eh, quanto mi piacerebbe…) farlo nel mar Egeo… Così invece dell’isola di Ulisse vedo all’orizzonte il titolo di una tesi che mi pare interessante per il nostro blog: Gioco e Formazione, autore Stefano Gualtieri, corso di Mktg e comunicazione d’azienda presso l’Università statale di Modena e Reggio Emilia.
Accosto e vedo l’abstract che recita: “La tesi ambisce ad analizzare l'importanza della formazione nell’ iter del lavoratore e lo fa prestando particolare attenzione e valorizzando il metodo didattico del gioco.
Questo, introdotto in modo massiccio e centrale nel processo formativo oppure soltanto accostato a più tradizionali metodi di insegnamento, offre un valore aggiunto ad ogni tipo di corso, che sia questo obbligatorio/facoltativo, di apprendistato/livello manageriale,... “
L’indice (consultabile gratuitamente) ipotizza, in 60 pagine, argomenti abbastanza consueti, come –vado saltellando qua e là- l’analisi dei bisogni, i role playing e ovviamente giochi d’aula e gioco tout court in un capitolo apposito.
Il che non vuole dire praticamente nulla. Per sapere di fatto cosa c’è in questa tesi dovrei pagare 29.65 Euro, e per la sola bibliografia 6 Euro circa. Che non ho pagato, sulla base dello stesso ragionamento per cui se mi chiedono di pagare per ormeggiare in un posto che non conosco, di solito lo evito. Se a qualcuno comunque interessasse il sito dove trovarla è http://www.tesionline.it/consult/info-tesi.jsp?idt=13873
Quello su cui vorrei invece meditare un attimo è: nell’epoca della Wikinomics 2.0 e oltre, qual é il senso di fare pagare la consultazione di una tesi? Economico non credo: non per fare i conti in tasca a Stefano ma credo che se dall’operazione globale ha recuperato 50 euro in tutto è tanto. Di promozione personale neanche, visto che quasi trenta euro limitano decisamente il contatto con l’autore. Mettiamo che il Gualtieri invece avesse messo  il suo testo online come PDF gratuito: io avrei trovato comunque il testo perché cercavo le parole chiave, non tesi online; attraverso una mia citazione di contenuto (e non di questa meditazione) magari sarebbe arrivato di rimbalzo in Facebook, poi potenzialmente alla community della Formazione Esperienziale. E almeno 2500 professionisti e HR avrebbero letto il suo nome e magari condiviso il suo contributo. Strategicamente avrebbe avuto più senso, e magari anche economicamente…
Forse dovremmo un po’ rivedere il concetto di generosità egoistica funzionale, oggi ci sono gli strumenti per farlo. Credo eh.

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